Quando ero ragazzo mi recavo spesso in un luogo a me caro e dunque “sacro” intorno a Viterbo ( non vi dirò quale ) per raccogliere le idee. In quel luogo mi ero creato una mia immagine del mondo, di un mondo pulito, dove non esisteva la menzogna, il disonore, la viltà, il tradimento, dove i rapporti non dico solo e tanto tra sodali, ma anche tra amici, erano franchi e schietti.
In questo luogo ho iniziato ad onorare gli Dei.
Passato qualche anno mi recai a Delfi e, davanti al Tempio di Apollo, raggiunsi la massima intensità del mio intento: insieme ad altri sodali, in tre o quattro lingue diverse, giurammo Fedeltà agli Dei e a Roma. Sono passati ancora degli anni e la mostruosità del mondo moderno si è fatta sentire, e pesantemente, non solo e non tanto sulla mia ma sulle nostre vite.
Parlare di Onore, Coraggio, Verità, Fedeltà sembra diventato inutile. Sono diventate parole vuote, e questo vuoto mi ha sempre “ disturbato “ interiormente.
Ho superato, almeno credo, questa fase, portando a compimento i miei offici, accettando di buon grado il Fato che Padre Giove aveva scritto e disposto per me, ho continuato sempre nel colere Deos, e questo mi basta per sorridere davanti alle nefandezze della modernità.
Poi mi ricordo di quel giuramento fatto a Delfi. Per noi un giuramento è una cosa sacra da difendere a costo della vita: ricordo gli occhi ricolmi di gioia dei fratelli che erano con me.
Momenti di sbandamento ce ne sono stati, il Fato, a volte, è duro da accettare, ma bisogna farlo di buon grado, è stato disposto da Padre Giove e, anche se non ci piace, l’accettazione costituisce una prova per il nostro credere, che non è superstizione, ma è un credere con il cuore, è, interiormente identificarsi al creduto, divenire una sola cosa con Esso.
Nell’ultima parte di questa mia avventura terrena mi sono sempre più estraniato dal mondo moderno e preferisco stare in “ beata solitudo conventuale” nel mio pagus od in compagnia di miei fratelli ( il termine sodale, a questo punto, diventa riduttivo ).
L’altra alternativa è recarmi ogni tanto in quel luogo, per me, sacro, dove le miserie attuali scompaiono e rivedo quel mondo da me sognato negli anni giovanili in compagnia delle Ninfe delle fonti, dei folletti e delle Fate, insomma in compagnia di aria pulita, che non puzza delle porcherie di questo schifo di mondo.
I miei nipoti, un giorno, potranno dire: abbiamo conosciuto degli Uomini.
In alto i cuori.
Claudio Marconi.